Le origini delle cantine Salvano risalgono a poco dopo metà del ‘900. E' difficile definire con data precisa l'inizio della vinificazione delle uve coltivate. A quel tempo la viticoltura non era l'unica attività dell'azienda agricola ed infatti si coltivavano grano, patate e nocciole. Tuttavia si può stabilire negli anni '60 l'inizio dell'attività di trasformazione di uva in vino atta alla vendita ed al commercio. Angelo Salvano inizia la produzione di vini nella cascina “Grillo” tra le vigne di Diano d'Alba, nel cuore delle Langhe. I suoi prodotti, frutto del faticoso lavoro nelle vigne e della dedizione ad una terra dura e ricca allo stesso tempo, iniziano ad essere conosciuti da molti. Nell'immediato dopoguerra la ferrea volontà del figlio Saverio gli permise di ampliare la cantina e trasferirsi in Valle Talloria. Da qui inizia l'imbottigliamento del vino, prima solo venduto e distribuito in piccoli fusti e damigiane. Il nome Salvano diventa sinonimo di vini di qualità riscontrando successo in tutto il Nord d'Italia. Nel 1982 inizia una nuova e decisiva fase di crescita, quando Luciana Agnello e Piero Sobrero apportano alla casa vinicola le loro ambizioni ed esperienze personali, mantenendo vivi la tradizione, i metodi di produzione, i sapori e i profumi di un'arte antica, legata alle radici della terra delle Langhe. La cantina diventa una struttura più moderna e si rivolge a una fascia di clienti selezionati ed affezionati e ottiene un successo crescente. Sul finire degli anni '80 iniziano le prime esportazione al di fuori del territorio italiano: i vini Salvano approdano in Germania, Svizzera e negli Stati Uniti.